Era impossibile che gli intelettuali italiani siano vissuti trascurando la vita soffocata, dolorosa e miserabile sotto il regime fascista e l`influenza delle guerre mondiali del `900. Nel campo letterario allora c`erano due gruppi principali: Neorealismo e Ermeticismo. Al Neorealismo appartenevano i prosatori ed al Ermeticismo i poeti. In questa condizione gli autori, in particolare i prosatori si occupavano in modo palese della reazione alla realta in crisi. L`attivita dei poeti ermetici, invece, viene considerata come una reazione non impegnativa. A causa della loro ardua decifrazione e della oscurita` alla comprensione comune la scuola poetica ermetica fu accusata. Anche l`attivita poetica e politica di Eugenio Montale era sulla stessa fortuna secondo il punto di vista di molti critici. Ma uno dei protagonisti di quell`esperienza, Mario Luzi, ha sottolineato piu` volte che " l`isolamento della poesia allora esprimeva il disagio di non trovare alternative ne` culturali ne` politiche" . Osservando le tracce della vita angosciose di Montale che siano lasciate nelle opere ho cercato di capire la sua posizione sulla realta minacciata dai fattori sociali e politici e rivelare il senso della sua attivita e del suo " zitto" . Montale non sentiva l`obbligo dell`engagement politico, ma l`engagement morale. Aveva una posizione verso l`umanita` intera, verso il mondo. Infatti Montale si era ispirato della ricerca della ragione di vivere.