Si puo` dire che la letteratura resistenziale d`Italia e` iniziata veramente dal neorealismo che analizzava la situazione difficile dell`uomo dopo le due guerre mondiali, si domandava sulla natura dell`uomo e pensava profondamente sulla irrazionalita` della societa`. Nel periodo del neorealismo, Elio Vittorini era uno dei piu` importanti letterati. Per Vittorini, la letteratura era lo scopo stesso e il mezzo che rappresentava la sua ideologia. I protagonisti nelle sue opere sono l`autore stesso ed anche un aspetto dell`intellettuale che l`autore sognava. Nella rivista Il Politecnico , trattando vari problemi reali come la questione meridionale, il problema della religione e l`istruzione, Vittorini ha chiarito che l`arte non e` un mezzo di propaganda politica contro i politici che la interpretano al di la` del valore delle opere letterarie. Nelle due opere, Conversazione in Sicilia e Uomini e no, Vittorini rappresenta la guerra, il fascismo e il dolore dei poveri e come loro soluzione, mette in prima fila il populismo. In quel periodo, questa soluzione e` stata criticata dal mondo letterario come intellettualismo eccessivo, pero` questa era la concezione del mondo che Vittorini aveva sempre portato avanti senza deviazioni dalla prima stagione della sua narrativa fino alle opere scritte dopo la seconda guerra mondiale. La resistenzialita` di Vittorini parte dal dialogo, dall`accettazione reciproca e dallo scetticismo sul bene e sul nazionalismo. Percio` un nuovo modo di resistenzia si puo trovare nella nuova teoria sulla cultura di Vittorini.