Le opere narrative di Umberto Eco hanno degli stretti rapporti con la sua attivita` saggistica e in particolare con la sua teoria semiotica, mettendo in luce narrativamente alcuni problemi semiotici che non sono spiegabili pienamente solo con la teorizzazione o coi modelli metodologici. Uno dei problemi piu` problematici della semiotica riguarderebbe il piano del contenuto di un segno, che come "unita` culturale" non ci permette di fissare il suo significato in modo perenne e universale, perche` puo` essere anicchito di continuo di nuovi registri enciclopedici nel corso storico e culturale. Se, come osserva Eco nel suo Trattato di semiotim generale, e` segno tutto quello che puo`essere assunto per mentire, esso puo` veicolare sia il vero che il falso nel corso della propria funzione segnica. Allora un testo compost0 di diversi segni potrebbe condurre almeno in principio alle infinite possibilita` di interpretazioni. In tutti i romanzi di Eco e` facile trovare osservazioni o situazioni riguardanti questa natura del sengo; quasi tutte le vicende principali si svolgono partendo dai falsi creati dai segni di diversi tipi (unica copia del secondo libro della Poetica aristotelica, Biblioteca, un misterioso manoscritto, il genere Romanzo, la Colomba Color Arancio, il leggendario regno di Prete Giovanni ecc.) e dalle loro interpretazioni erronee o false, le quali coinvolgono i personaggi in drama fatale. Cosi un oscuro pezzo di manoscritto, una lettera falsificata, o un Emblema enigmatica piu` appassionare il protagonista trascinandolo in vicende piu` avventurose. Di qui si rivela la "forza" del segno che si esercita sulla vita umana a seconda della interpretazione, sia pure falsa o no. E infatti molti eventi della storia umana sono causati dalla falsa interpretazione di qualche segno, conducendo talora a una visione pessimistica dell`idea stessa del vero. In questo senso le opere narrative di Eco raccontano i problemi della semiotica che studia la vita dei segni nell`ambito nella vita sociale come ha osservato Saussure, e in particolare sembrano provare la sua ipotesi metodologica della "teoria della menzogna" che si sviluppa poi nella semiotica interpretativa.