Per quanto rigurda i pensieri dell’Utopismo tra l’Italia e la Corea, bisogna notare che la parte anteriore della Dinstia Chosun coincide con l’epoca del Rinascimento, in cui l’Utopismo ricomincio a diventare il tema maggiore, sia letterario sia filosofico.
In Italia si puo ricordare La Citta del Sole , una specie di “Utopia imitata” di T. More che richiama per molti aspetti la Repubblica di Platone.
La Citta del Sole e un’opera filosofica del frate domenicano italiano Tommaso Campanella. La prima redazione fu scritta nel 1602 in volgare fiorentino, adottando lo stile dialogico proprio della tradizione esoterica platonica; il testo fu poi tradotto in lingua latina e pubblicato nella celebre edizione originale del 1623 a Francoforte, col titolo Civitas Solis. L’opera e presentata sotto forma di dialogo fra due personaggi: l’Ospitalario, cavaliere dell’ordine di Malta, e il Genovese, nocchiero di Colombo. Lo stesso Genovese racconta di aver scoperto una citta con leggi e costumi perfetti nell’isola di Taprobana durante uno dei suoi viaggi in giro per il mondo. I "solari" non credono all’inferno o qualunque punizione divina, ma pensano che esista l’anima e che sia immortale. La religione dei cittadini sembra molto somigliare a quella cattolica anche per il fatto che la popolazione crede in un dio e nella maggior parte dei dogmi del cattolicesimo. Nonostante cio, i "solari" onorano non solo Gesu, ma anche altre persone religiose e filosofiche. Sono presenti anche accenni riguardanti l’astrologia, che il cattolicesimo non avrebbe accettato e sicuramente proibito.
E invece in Corea, anzi nella Dinastia Chosun, si puo tener presente una serie di influenza utopistica di un poeta cinese daoista, Tao Yuanming (陶淵明), per esempio una pittura Mongyudowondo, e una scrittura Mongyudowonki scritto dal Principe Anpyeong, il quale e considerato come il piu grande poeta utopistico di questo periodo. Durante la Dinastia Chosun, l’influenza utopistica daoista e anche il principale fra i poeti ritiratisi, ovvero i poeti che scrissero le loro piu grandi opere durante il loro ritiro dalla vita pubblica (ma non necessariamente isolandosi completamente), lontani dal trambusto degli affari ufficiali e dell’alta societa, componendo versi su questa vita spensierata e libera, a stretto contatto colla natura.