Il presente articolo si incentra interamente sull'influenza del drammaturgo inglese Shakespeare su Manzoni soffermandosi sulla figura dell'eroe tragico.
Shakespeare (1564-1616) e indubbiamente uno dei temi ricorrenti negli scritti dei tragici dell'inizio dell'Ottocento. Egli fu autore molto apprezzato dai romantici, europei ed italiani. Shakespeare ebbe tra i piu illustri sostenitori italiani Manzoni, che penetro la potente verita drammatica e lo ammiro nella Lettre a M. Chauvet con grande rispetto per la capacita di rappresentare le passioni umane così come esse si offrono nella realta.
L'arte di Shakespeare costituì una divergenza sostanziale tra romantici e classicisti nella polemica. La polemica aveva attirato l'attenzione tanto sulla forma del teatro shakespeariano quanto sui suoi contenuti. E interessante seguire l'apparire del nome del tragico inglese nei testi della polemica che si scateno dopo la pubblicazione del famoso articolo di Madame de Stael.
Manzoni, uno dei piu autorevoli sostenitori di Shakespeare, si dispose a combattere gli argomenti dell'aristotelismo gia contestati dai romantici, per la difesa della liberta drammatica a nome di Shakespeare. Durante le sue letture preparatorie per la composizione di una tragedia moderna, ebbe sott'occhio le opere del drammaturgo inglese. Come ben si sa, per Manzoni, Shakespeare e un potente ispiratore. L’influenza di Shakespeare si stende non solo alle tragedie, ma anche al romanzo. Ma e soprattutto nell’Adelchi che emerge il genio del “barbaro” Shakespeare. Hamlet e Adelchi devono assomigliarsi, perche sono anche entrambi eroi da vendetta. Come Hamlet, Adelchi impersona la vendetta che non puo realizzarsi nella sua bestialita. Il pensiero del suicidio nel principe longobardo e una promessa di annullamento delle sofferenze come quello cantato da Shakespeare. Nella parte finale, confrontando i due monologhi intorno al suicidio pronunciati da Adelchi e Hamlet si scoprira le somiglianze tra due eroi da vendetta.